La sabbiatura è una delle tecniche più diffuse utilizzata per dare ai jeans quel look usato e “logoro” tanto di moda, ma purtroppo è nota anche per essere letale per gli operatori del tessile che la eseguono senza le dovute precauzioni, manualmente, senza protezioni per le vie respiratorie, in paesi come il Bangladesh e la Turchia.
Con questa tecnica la sabbia viene sparata con compressori ad alta pressione sui jeans, diffondendo polveri nell’ambiente ed esponendo i lavoratori al silicio della sabbia e quindi al rischio di ammalarsi di silicosi. Una volta che il silicio entra nei polmoni, vi si deposita provocando seri e gravi problemi respiratori e può portare anche alla morte.
A questo link potete vedere il servizio girato da "Le Iene" sull'argomento in data 5 ottobre 2011
Da circa un anno è stata lanciata la campagna internazionale Clean Clothes Campaign che ha spinto molte imprese a rivedere le loro politiche aziendali in relazione alla sabbiatura. Molti grandi marchi della moda italiani e internazionali hanno via via annunciato la messa al bando del sandblasting dai loro stabilimenti: Armani, Benetton, Bestseller, Burberry, C&A, Carrera Jeans, Charles Vögele, Esprit, Gucci, H&M, Levi-Strauss &Co, Mango, Metro, New Look, Pepe Jeans, Replay e Versace.
Ma il percorso per giungere veramente all'eliminazione della tecnica della sabbiatura dal mercato è lungo e per essere credibile necessita di un'azione di monitoraggio che verifichi l'effettiva adozione di politiche aziendali di prevenzione del rischio in materia di salute e sicurezza lungo l'intera filiera produttiva e catena di fornitura. Senza dimenticare la necessità di risarcire i lavoratori che hanno contratto la malattia e di mettere in campo strategie che coinvolgono i sindacati locali e le ONG per sviluppare programmi di miglioramento con i lavoratori sul campo.
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